Note

Questo testo è una versione rivista e aggiornata di un saggio dallo stesso nome, pubblicato originariamente nel 2009 in The Accademia Seminars: The Accademia di San Luca in Roma, c. 1590–1635, a cura di Peter M. Lukehart.

Il lavoro per questo studio è stato sostenuto in parte da una sovvenzione elargita da The Colonel Return Jonathan Meigs First (1740–1823) Fund, creato con i fondi lasciati da Dorothy Mix Meigs e Fielding Pope Meigs Jr. di Rosemont, in Pennsylvania, in memoria di questo soldato della rivoluzione che dal 1740 al 1787 visse a Middletown, nel Connecticut.

Sono molto grata a Nicholas Adams, Eleonora Canepari, Patrizia Cavazzini e Peter M. Lukehart per il loro aiuto.

Abbreviazioni

ANSL: Archivio Storico dell’Accademia Nazionale di San Luca
ASR: Archivio di Stato di Roma
CNC: Collegio dei Notai Capitolini
TNC: Trenta Notai Capitolini
Uff: Ufficio

  1. Francesco Cerasoli, “Censimento della popolazione di Roma dall’anno 1600 al 1739,” Studi e documenti di storia e diritto, 12, 1891, 169–199; Jean Delumeau, Vie économique et sociale de Rome dans la seconde moitié du XVIe siècle, Paris 1957–1959, 1:135–220; Eleonora Canepari, “Stare in ‘compagnia’: Strategie di inurbamento e forme associative nella Roma del Seicento”, tesi di dottorato, Dipartimento di Storia, Università degli Studi di Torino 2005.

  2. Patrizia Cavazzini, Painting as Business in Early Seventeenth-Century Rome, University Park, PA 2008, cap. 1.

  3. Prendendo a campione l’anno 1630, si è scoperto come a quella data almeno la metà dei 30 notai capitolini era nata fuori Roma; Laurie Nussdorfer, Brokers of Public Trust: Notaries in Early Modern Rome, Baltimore 2009, 231–234.

  4. ASR, TNC, uff. 11 (Ottaviano Saravezzi), 1593, pt. 1, vol. 25, ff. 425r–427v. Per le riunioni precedenti e successive si veda “Introduction,” The History of the Accademia di San Luca, c. 1590–1635: Documents from the Archivio di Stato di Roma, Link to page

  5. Per un quadro generale si veda Gregory Martin, Roma Sancta (1581), a cura di George Bruner Parks, Roma 1969.

  6. Sergio Rossi, “La Compagnia di San Luca nel Cinquecento e la sua evoluzione in Accademia,” Ricerche per la storia religiosa di Roma, 5, 1984, 373–374; Antonio Martini, Arti, mestieri e fede nella Roma dei papi, Bologna, 1965.

  7. Mary Hollingsworth, Miles Pattenden, e Arnold Witte, eds., A Companion to the Early Modern Cardinal, Leiden 2020.

  8. Cfr. Isabella Salvagni, “The Università dei Pittori and the Accademia di San Luca: From the Installation in San Luca sull’Esquilino to the Reconstruction of Santa Martina al Foro Romano,” in The Accademia Seminars: The Accademia di San Luca in Roma, c. 1590–1635, a cura di Peter M. Lukehart, CASVA Seminar Papers 2, Washington, D.C. 2009, 69–121.

  9. Peter M. Lukehart, “Carving Out Lives: The Role of Sculptors in the Early History of the Accademia di San Luca,” in Collecting Sculpture in Early Modern Europe, a cura di Nicholas Penny and Eike D. Schmidt, “Studies in the History of Art”, 70, Washington, D.C. 2008, 185–217.

  10. Laurie Nussdorfer, “Writing and the Power of Speech: Notaries and Artisans in Baroque Rome,” in Culture and Identity in Early Modern Europe (1500–1800), a cura di Barbara Diefendorf e Carla Hesse, Ann Arbor, MI 1993, 105.

  11. Rossi 1984, 371 nota 7.

  12. Per il breve papale del 1577 si veda Monica Grossi e Silvia Trani, “From Universitas to Accademia: Notes and Reflections on the Origins and Early History of the Accademia di San Luca Based on Documents from Its Archives,” in Lukehart 2009, 40 nota 17.

  13. ASR, TNC, uff. 15 (Erasto Spannocchia), 1624, pt. 3, vol. 101, f. 209r–v.

  14. Citati da Noelle de La Blanchardière, “Simon Vouet, prince de l’Académie de Saint-Luc,” Bulletin de la Société de l’histoire de l’art français, 1972, 80, n. 2, 90 appendice.

  15. Il progetto digitale raccoglie le ricerche condotte da Noelle de La Blanchardière, Roberto Fiorentini, Matteo Lafranconi, Peter M. Lukehart, Pietro Roccasecca e Isabella Salvagni.

  16. De La Blanchardière 1972, 80.

  17. Nussdorfer 1993; Angela Groppi, “Fili notarili e tracce corporative: La ricomposizione di un mosaico,” Mélanges de l’École française de Rome: Italie et Méditerranée, 112, 2000, 61–78.

  18. Armando Petrucci, Notarii: Documenti per la storia del notariato italiano, Milano 1958, 29; Lauro Martines, Power and Imagination: City-States in Renaissance Italy, London 1980, 161–162.

  19. Laurie Nussdorfer, “Lost Faith: A Roman Prosecutor Reflects on Notaries’ Crimes,” in Beyond Florence: The Contours of Medieval and Early Modern Italy, a cura di Paula Findlen, Michelle M. Fontaine, e Duane J. Osheim,Stanford, CA 2003, 109–111. Si veda anche ANSL, Statuti, 1609 [1607], f. 35v.

  20. Chiamate adunantia o congregatio dai notai romani.

  21. Rolandinus de Passageriis, Summa Totius Artis Notariae, Venezia 1546, 225. Si veda anche il formulario per le riunioni di una comunità rurale in Leo Speluncanus, Artis Notarie Tempestatis huius Speculum, Venezia 1538, ff. 211r–212v (ho utilizzato anche l’edizione del 1574 di questo trattato).

  22. Per avere un’idea di questa pratica consuetudinaria si veda la riunione della confraternita di San Luca del 7 novembre 1599, che autorizzò la redazione di un atto che poneva fine al censo (diritti di pagamento) sulla casa lasciata ai pittori da Girolamo Muziano nel 1592: ASR, TNC, uff. 11 (Ottaviano Saravezzi), 1599, pt. 4, vol. 44, ff. 387r-388v. Per l’atto, rogato tre giorni dopo, si veda il f. 384r.

  23. ASR, Biblioteca, Statuti, 1421, no. 879, 84.

  24. Rossi 1984; Salvagni 2009.

  25. Renata Ago, “Una giustizia personalizzata: I tribunali civili di Roma nel XVII secolo,” Quaderni storici, 34, 1999, 399; Maria Luisa Lombardo, Il notaio romano tra sovranità pontificia e autonomia comunale (secoli XIV–XVI), Roma 2012.

  26. “Erectio” (1586), in Statuta Venerabilis Collegii D.D. Notariorum Curiae Capitolii eorumque Facultates et Privilegia, Roma 1831 [da qui in avanti Statuta 1831], 41–53.

  27. “Reductio ad Perpetuitatem Officiorum DD. Notariorum Collegii Curiae Capitolii”, 1612, in Statuta 1831, 54–62.

  28. ASR, TNC, uff. 11 (Ottaviano Saravezzi), 1584, vol. 4, f. 30. Il primo atto porta la data del 29 dicembre 1584 e non 1583, perché a Roma il nuovo anno cominciava il 25 dicembre.

  29. ASR, TNC, uff. 11 (Ottaviano Saravezzi), 1584, vol. 4, f. 452r. Ringrazio Paul Anderson per l’informazione sull’adesione di Saravezzi alla confraternita dei falegnami, e Peter M. Lukehart per avermi dato notizia dell’iscrizione alla confraternita dei Virtuosi al Pantheon.

  30. Non sappiamo per certo se Saravezzi possedesse o meno l’ufficio 11, ma nel caso un investitore lo avesse acquistato, il nuovo proprietario avrebbe mantenuto Saravezzi come titolare. Tutti gli uffici notarili capitolini erano identificati dal nome dei notai che vi esercitavano, a prescindere da chi ne fosse il proprietario.

  31. ASR, CNC, Registro delle congregazioni, Libro della massa, vol. 8 (1588–1598), f. 16r. Una percentuale degli introiti dell’attività giudiziaria (massa) era messa in comune e divisa tra i trenta membri del collegio. In aggiunta a un giudice d’appello, il tribunale del Senatore era formato dal senatore stesso, da un giudice penale e da due giudici civili, il primo e il secondo collaterale.

  32. Sebbene non siano sopravvissuti i manuali (registri delle attività giudiziarie quotidiane dell’ufficio) relativi al mandato di Ottaviano Saravezzi, un inventario dell’inizio del Settecento prende nota dei suoi volumi che raccoglievano le deposizioni dei testimoni e le sentenze giudiziarie: ASR, Camerale II, Notariato, busta 25, s.p., inventario dell’ufficio di Dominicus Ursinus. Cf. ASR, Tribunale Civile del Senatore, Inventario 286 I. Nel 1606 il notaio ricevette un pagamento per aver trascritto un ordine giudiziario dai Marmorari: Mauro Leonardo, Gli statuti dell’Università dei Marmorari a Roma: Scultori e scalpellini (1406-1756), in “Studi romani”, 45, 1997, 283 nota 73. In merito alla perdita su larga scala degli atti giudiziari dei notai capitolini si veda Laurie Nussdorfer, Roman Notarial Records between Market and State, in “The Social History of the Archive: Record-Keeping in Early Modern Europe”, a cura di Liesbeth Corens, Kate Peters, Alexandra Walsham, “Past and Present”, 230, supplemento 11, novembre 2016, 87-89.

  33. Si veda, per esempio, ASR, inventario, TNC, uff. 1.

  34. Soltanto il titolare poteva produrre copie cosiddette pubbliche dei documenti, ma le copie pubbliche, che costavano di più, sono quelle che i ricercatori riescono a visionare con minore probabilità, dal momento che venivano consegnate ai clienti.

  35. Sebbene sia difficile identificare questi uomini prima della legge del 1612 che imponeva che firmassero i propri lavori, alcuni degli impiegati di Ottaviano Saravezzi possono essere rintracciati nei libri della massa: Pompeo Orsali (settembre 1593), Benedetto Orchus (ottobre 1593) e Angelo Falcinelli (luglio 1594); ASR, CNC, Registro delle congregazioni, Libro della massa, vol. 8 (1588-1598), s.p.

  36. Questa gerarchia è esaminata più in dettaglio in Nussdorfer 2009, cap. 5.

  37. Alcuni dei lavori di Palmuctius come scrivano dell’ufficio 15 sono rappresentati in ASR, TNC, uff. 15 (Spannocchia), 1621, pt. 3, vol. 89, f. 260r-v; 1624, pt. 1, vol. 99, ff. 47r, 402r, 739r-v, 799r; 1624, pt. 3, vol. 101, ff. 25v, 274r; 1625, pt. 1, vol. 103, ff. 87v-88r, 103r; 1627, pt. 1, vol. 114, f. 833r.

  38. Ridotto nel 1612 a un giorno: Bullarium Diplomatum et Privilegiorum Sanctorum Romanorum Pontificum, 25 voll., Torino 1857-1872 [da qui in avanti Bullarium 1857-1872], 12:90, n. 43.

  39. Statuta Almae Urbis Romae, Roma 1580, libro 1, art. 33. La costituzione papale del 1612 “Universi agri dominici”, che riformava i tribunali curiali e quelli civili, poneva particolare attenzione alle procedure delle scritture notarili: Bullarium 1857-1872, 12:86-97, in particolare 90 (nn. 42, 44). Nussdorfer 2009, 85-91.

  40. ASR, TNC, uff. 11 (Ottaviano Saravezzi), 1593, parte 1, vol. 25. Un manuale notarile del Trecento definiva una congregatio come due uomini e un collegio come tre; Leo Speluncanus, Artis Notarie Tempestatis huius Speculum, Venezia 1574, f. 338r. Si veda Nussdorfer 2009, cap. 3.

  41. “Accademia” veniva utilizzato frequentemente nel corpo dei documenti redatti nell’ufficio di Saravezzi, ma non appare nel sommario di un protocollo fino al passaggio dei pittori all’ufficio notarile 15 nel 1609; ASR, TNC, uff. 15 (Giovanni Antonio Moschenio), 1609, parte 2, vol. 45.

  42. Nussdorfer 1993, 112; Lukehart 2008, 206.

  43. Gli uffici dei 30 membri del collegio notarile della curia capitolina ricevettero numeri archivistici nell’Ottocento, che furono però in seguito modificati. Utilizzo la numerazione moderna. Per la lista dei funzionari si veda Romina De Vizio, Repertorio dei Notari Romani dal 1348 al 1927 dall’Elenco di Achille Francois, Roma 2011. Sui recenti tentativi di aggiornare queste informazioni si veda Paolo Buonora, Notarilia: L’informatizzazione dei fondi notarili dell’Archivio di Stato di Roma, in Notai a Roma. Notai e Roma, a cura di Orietta Verdi e Raffaele Pittella, Roma 2018, 205-208.

  44. Groppi 2000, 63–64. La corporazione dei falegnami pagava inoltre il suo notaio 5 scudi l’anno; ASR, Biblioteca, Statuti, 377/5, f. 32v.

  45. Menzionato in un codicillo al testamento del loro segretario, il notaio capitolino Lorenzo Bonincontro; ASR, TNC, uff. 18 (Grappolini), Testamenti, 1634-1639, vol. 7, f. 19v.

  46. ANSL, Statuti, 1609 [1607], fa riferimento a un secretario accademico (f. 37r) che chiaramente non è un notaio, ma Spannocchia si riferisce a sé stesso come secretarius quando firma il manoscritto degli statuti del 1619 (8 gennaio 1619): ANSL, Statuti, 1619, f. 28r. Si vedano anche ASR, TNC, uff. 15 (Erasto Spannocchia), 1622, parte 2, vol. 91, f. 593r-v; de La Blanchardière 1972, 80.

  47. ASR, TNC, uff. 15 (Erasto Spannocchia), 1623, parte 1, vol. 95, f. 321r–v. Ricevette anche uno stipendio arretrato di 15 scudi e questo fa semmai sorgere dubbi su quanto fosse stato pagato nei cinque anni precedenti.

  48. Un esempio di questa consuetudine lo si trova nella stima trovata in ASR, TNC, uff. 15 (Erasto Spannocchia), 1618, parte 2, vol. 76, f. 637r-v.

  49. Si veda Antonino Bertolotti, Artisti belgi ed olandesi a Roma nei secoli XVI e XVII, Firenze 1880, 178. Originariamente in ASR, Tribunale criminale del Governatore, la petizione fu ricollocata da Bertolotti in ASR fondo Miscellanea artisti, busta 2, fasc. 100; ripubblicata in Lukehart 2009, 365. Una data è stata aggiunta al documento originale da una mano posteriore.

  50. ANSL, Statuti, 1609 [1607], fol. 39r. Quoted also in Grossi and Trani 2009, 40n28.

  51. ASR, TNC, uff. 11 (Alessandro Saravezzi), 1609, parte 2, vol. 81, f. 85r.

  52. ASR, TNC, uff. 11 (Alessandro Saravezzi), 1609, parte 2, vol. 81, f. 213r.

  53. ASR, TNC, uff. 15 (Giovanni Antonio Moschenio), 1609, parte 2, vol. 45, f. 548r. Si veda anche la banca dati del Tribunale Civile del Senatore per la controversia per conto dell’Accademia nel 1613. Il contenzioso dell’Accademia si spostava ora dal secondo al primo collaterale dei giudici del Tribunale Civile del Senatore, perché era a quest’ultimo che l’ufficio 15 prestava servizio.

  54. Ringrazio Matteo Lafranconi per l’identificazione di Moschenio come notaio di Celio; si veda il sommario di ASR, TNC, uff. 15 (Giovanni Antonio Moschenio), 1608, parte 2, vol. 45.

  55. ASR, TNC, uff. 15 (Giovanni Antonio Moschenio), 1610, parte 3, vol. 49, f. 376r; 1612, parte 1, vol. 53, f. 166r; 1615, parte 3, vol. 65, f. 31r (“camerarius et secretarius”); 1616, parte 1, f. 924r. I notai svolgevano funzioni bancarie di routine per i clienti, come trattenere depositi, ma nella maggior parte dei casi non si occupavano formalmente dei conti delle organizzazioni.

  56. Cfr. Pietro Roccasecca, “Teaching in the Studio of the ‘Accademia del Disegno dei pittori, scultori e architetti di Roma’ (1594–1636),” in Lukehart 2009, 123–159.

  57. ANSL, vol. 2a.

  58. De La Blanchardière 1972, 81–83.

  59. ASR, TNC, uff. 15 (Lorenzo Tigrino), 1625, parte 2, vol. 104, fol. 681r–v.

  60. Renata Ago et al., “I Trenta Notai Capitolini: Schedatura dei protocolli del 1645,” in Popolazione e società a Roma dal medioevo all’età contemporanea, a cura di Eugenio Sonnino, Roma 1998, 382. Salvatore succedette a Tigrino come titolare entro il 1628.